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Reportage Lorenzo BedussiFrancesco Mazzanti Lunedì 12 febbraio 2018

A canestro su due ruote

Al Palaromiti di Forlì, il 19 novembre 2017, sei squadre in campo per il secondo campionato interregionale di basket in carrozzina.

Sentire il rumore della palla che rimbalza e vedere delle carrozzine muoversi sul parquet fa un certo effetto. Almeno per noi che, per la prima volta, vediamo una partita di basket in carrozzina. Oggi, 19 novembre, c’è il secondo campionato interregionale Uisp. Il Palaromiti, sede storica del basket forlivese, al nostro arrivo sembra addormentato e non sono ancora presenti le squadre. Oggi assisteremo a tre partite che occuperanno tutto l’arco della giornata; intanto sul parquet iniziano a scaldarsi le giovani ballerine-pattinatrici della Libertas pattinaggio Forlì. Offriranno spettacolo nelle tipiche pause del basket, a dimostrare che è possibile coniugare forza atletica ed eleganza, fatica e sorrisi.

Lo scopo del gioco non è vincere. Vincere è l’obiettivo che si pone la squadra. Lo scopo del gioco, invece, è che tutti partecipino secondo le loro possibilità. Anche se ciò richiede maggiori accorgimenti e tutele speciali, il regolamento del basket in carrozzina Uisp è stato scritto proprio in questa prospettiva. Può giocare anche chi non è in grado di lanciare la palla a canestro, così come gioca chi si muove su una carrozzina elettrica, e pure chi non ha nessuna disabilità (i “normo”, secondo il gergo del campo), semplicemente può allacciarsi allacciandosi alla carrozzina e partecipare. Ma come si riesce a palleggiare da seduti? Anziché la regola quella dei “tre passi”, qui vale la regola delle “due spinte”, dopo le quali è necessario far rimbalzare la palla a terra. Si vede in questo gesto una cura particolare, nell’imprimere un effetto al pallone che consenta un controllo e una presa migliore.

La tribuna dove ci troviamo inizia man mano a riempirsi di persone. Soprattutto familiari, all’inizio. Il primo match si presenta già “caldo”, come in ogni derby che si rispetti. A scendere in campo sono l’Asdre di Reggio Emilia e la Magik Parma. Ogni giocatore porta dietro la carrozzina un colore: rosso, giallo, arancione, verde o bianco. All’inizio non è semplice comprendere l’assegnazione dei punti ma con lo scorrere della partita iniziamo a farci l’abitudine. La sfida tra le squadre emiliane è combattuta e si struttura per parziali. Prima è Reggio a portarsi in vantaggio. In soli cinque minuti è 12 a 0. Poi Parma reagisce grazie alla grinta dei suoi e si porta sul 16 a 12. La squadra reggiana riuscirà nel controsorpasso chiudendo l’incontro sul punteggio di 29 a 24.

Ogni grado di disabilità è rappresentato da un colore diverso. Rossi: non riescono a tirare, non hanno obbligo di palleggio e possono alloggiare appoggiare la palla con dei supporti sulle gambe. Un giocatore rosso può essere schierato come sesto giocatore soprannumerario. Arancioni: ottengono due punti se prendono il ferro o la rete e tre se infilano un canestro. Non devono palleggiare ma non hanno supporti sulle gambe. È obbligatorio schierare almeno un giocatore arancione. Gialli: punteggio normale per i canestri e obbligo di palleggio ogni due spinte di ruota. Verdi: trattamento uguale rispetto ai gialli, con l’unica differenza che effettuano i tiri liberi in posizione leggermente arretrata. Bianchi: i giocatori bianchi sono normodotati in carrozzina. I canestri dei “normo” valgono un solo punto. Al massimo un normo per squadra, eccezionalmente due se la squadra non dispone di altri elementi.

«Ma io non so giocare!»: quante volte in un campo da basket sentiamo questa frase provenire da bordo campo? Un'obiezione alla quale i compagni rispondono scherzosamente: «Ma sì che sei capace!», «E che ci vuole?», «Ma va là che tanto anche Sandro è scarso» e così via, pur di giocare tutti insieme. Immaginiamo invece che il giocatore conosca bene il gioco, ma che proprio non “possa” giocare, a causa di un handicap fisico: «Ma io non posso giocare!». Fortunatamente esistono degli sport per disabili e quello di maggior successo è il basket. E non manca di spettacolarità: brusche frenate per improvvisi cambi di direzione, tiri a canestro in movimento mentre la carrozzina si avvicina verso l’area, difensori che, muovendosi su linee orizzontali, ostacolano l’occupazione del proprio terrenoterritorio, senza timore di subire lo scontro.

Le pattinatrici animano subito il parquet con brevi stacchetti sulle note dei tormentoni estivi, che hanno conquistato anche l’autunno. Poi è il turno dell’Aics 2002, una squadra di pallacanestro forlivese composta da ragazzi del settore giovanile, che si allenano e si sfidano tra una partita e l’altra. Il secondo incontro della giornata è un altro derby, veneto questa volta. L’Olympic Verona sfida i Delfini Montecchio Maggiore del vicentino. Ci riscuotiamo da un momento di distrazione in seguito a un tok fortissimo: tutta la partita è caratterizzata da scontri tra le carrozzine, in questo duello molto acceso. I giocatori fanno una fatica immensa per provare a smarcarsi e, durante ogni azione di gioco, le carrozzine affollano il perimetro della lunetta. Il rumore degli scontri rimbomba in tutto il palazzo. La conduzione del gioco è in mano ai veronesi, in vantaggio per quasi tutta la partita, ma la rimonta dei Delfini ribalta il risultato e porta la vittoria del derby nel vicentino. La partita finisce 28 a 25.

Le Volpi Rosse Menarini di Firenze ascoltano i consigli di coach Cherici durante un time out

Oltre che da risorse Uisp, il campionato di basket in carrozzina è stato sostenuto dal crowdfunding sviluppato insieme a Fondazione Vodafone nell’ambito del progetto “Ogni sport Oltre – Special Sports Community”.

Timidi raggi di sole entrano dalle finestre del palazzo, dietro le panchine notiamo del movimento. Si sta allestendo il pranzo, prima dell’ultima gara. I quattro club Lions di Forlì hanno sostenuto i costi della giornata e organizzato il buffet. Una piadina con la salsiccia (diciamo anche più di una) ci permetterà di recuperare le energie necessarie. L’ultimo incontro è tra le Volpi Rosse di Firenze, rigorosamente in viola, e i padroni di casa della Wheelchair basket Forlì. Il livello del gioco sembra migliorare progressivamente e l’incontro regala al pubblico (ormai numeroso e chiassoso) giocate dall’ottimo livello atletico. Firenze conduce tutta la gara senza lasciar respiro agli avversari che nel tabellone finale leggeranno 18 a 61. Gli incontri sono terminati e resta del tempo solo per le premiazioni. Applausi, risate, abbracci. Fa strano camminare sul parquet mentre la maggior parte delle persone intorno si muove sulle ruote.

 

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