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In bianco e nero Nicola AlessandriniVittorio MartoneFabrizio Pompei Martedì 22 dicembre 2015

Lo scandalo necessario

Conversazione con il critico letterario Massimo Raffaeli sulla drammaturgia del calcio e del (possibile) ruolo sociale del fuoriclasse.

Nel 2011 una ricerca sul legame tra malinconia e sport ci aveva portati a incontrare Massimo Raffaeli, un grande critico di letteratura (anche e soprattutto sportiva) e un suo libro, L’angelo più malinconico. Storie di sport e letteratura, pubblicato da Affinità Elettive Edizioni. È un testo dedicato al più triste dei tre “angeli dalla faccia sporca”, l’oriundo Humberto Dionisio Maschio, arrivato nel 1957 nel campionato di calcio italiano insieme ai più famosi Antonio Valentín Angelillo e Omar Sivori. Partendo dalla vita di quel «ragazzo stempiato, precocemente invecchiato, originario del pavese, che ebbe molta meno fortuna degli altri due» avevamo finito con lo scoprire il nesso abissale tra sport e malinconia, con la bellezza del gesto tecnico chiamata, come l’arte, a sottrarre l’uomo dalla dimensione inesorabile del tempo. E ci eravamo lamentati dell’assenza di un grande romanzo epico sul calcio e sullo sport nella letteratura italiana. A distanza di quattro anni, abbiamo chiesto a Raffaeli se qualcosa è cambiato.

Nella seconda pillola dell’intervista a Raffaeli si parla di Ibrahimovic, della sua «immensa faccia tosta», della capacità che ha avuto ed ha, semplicemente con la propria presenza, di svelare quanto di merceologico si nasconde dietro il calcio moderno.

Un Massimo Raffaeli «esiziale» quando si discute sul racconto del calcio nei media italiani: da Rai Sport a Sky Sport, passando per Mediaset, con commenti molto critici al giornalismo italiano e qualche inaspettato riconoscimento. E, in chiusura, tornando al mondo dei libri, un tributo alla nuova editoria “sportiva” in Italia.

In questo quarto e ultimo episodio, partendo da Gary Lineker e dalla sua celebre battuta sui tedeschi e il calcio, il critico Massimo Raffaeli affronta il tema del fuoriclasse, fulcro di questa intervista, e del suo fondamentale ruolo nella società. Giudizi fermi arrivano poi sul big data, moda di questi tempi, rivisto alla luce dei concetti di razionalizzazione e scandalo. Per chiudere con la conferma che il calcio ha la forza di un linguaggio planetario, capace di stabilire tregue ed evocare fantasmi come lapprendista stregone.

 

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